Il tema del risparmio, ed in particolar modo delle modalità per remunerare i soldi faticosamente accantonati, è, storicamente, fra i più importanti per ogni nucleo famigliare o singolo individuo. A maggior ragione in un paese, come il nostro, che della famiglia ha fatto il fulcro centrale della propria società, come dimostrano le mille leggi o proposte di legge in tal senso, sentimento che spesso deriva anche da motivi religiosi. Ogni buon padre o madre, quindi, ha lo scopo di tutelare e accrescere la quantità di denaro per il proprio nucleo famigliare, per garantire allo stesso un adeguato tenore di vita e un futuro sereno per i propri figli.
Fare trading, modus operandi sempre più in voga
In un contesto come quello attuale, però, non è semplice ottenere dei rendimenti accettabili su titoli a grado di rischio basso, complice la perdurante politica espansionistica attuata dalla Banca Centrale Europea, che ha azzerato i tassi ufficiali con l’intento di rilanciare la zoppicante economica dell’area euro. Molti risparmiatori, di conseguenza, hanno approcciato a strumenti finanziari decisamente più complessi, assumendo un grado di rischio maggiore rispetto al passato e accettando, spesso, una volatilità elevata. Alcune tipologie d’investimento come i fondi comuni, ad esempio, hanno aumentato considerevolmente il proprio giro d’affari, talvolta, però, senza riscontrare il gradimento dell’investitore, complici rendimenti non all’altezza delle aspettative a causa di commissioni di gestione particolarmente salate.
Molti investitori, di conseguenza, hanno cercato di operare in autonomia per ottenere rendimenti maggiori, che non fossero deturpati da commissioni troppo onerose. La rete, in tal senso, è venuta incontro a questo tipo di aspettativa, grazie al proliferarsi delle piattaforme di trading online, dove chiunque può accedervi e decidere di investire una determinata somma in uno dei tantissimi mercati disponibili, che svariano dal Forex fino a quello degli ETF e della materie prime. “Fare trading”, quindi, è un modo di dire che è entrato nel lessico popolare, modus operandi utilizzato anche da chi non dispone di una sufficiente cultura finanziaria per approcciare consapevolmente a questi mercati.
Trading non è sinonimo di truffa: come smascherare i broker truffaldini
Una scarsa cultura, purtroppo, che ha dato spago alla nascita di broker truffaldini, che estorcono denaro agli ignari investitori promettendo in cambio mirabolanti guadagni, per poi svanire nel nulla dopo poche settimane. Un problema messo in evidenza anche dalla CONSOB, che nel 2018 ha ricevuto oltre 400 esposti su questa delicata tematica, anche se si teme che il numero di truffati sia ben maggiore: alcuni individui, per un insulso senso di vergogna o mancanza di informazioni, non sporgono denuncia nonostante la truffa perpetrata ai loro danni.
Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, anche se in Italia, in tal senso, non siamo secondi a nessun’altra nazione. Il tema delle truffe relative al trading, infatti, è stata ripresa anche da alcune note ed autorevoli trasmissioni televisive italiane, che hanno fatto passare un messaggio sbagliato e poco veritiero, ovvero che fare trading online equivalga ad una truffa.
La realtà, come molti fortunatamente sanno, è un’altra: fare trading online richiede una sufficiente cultura finanziaria e una buona conoscenza degli scenari macroeconomici, oltre, inevitabilmente, ad accettare un po’ di rischio, ma la maggior parte delle piattaforme sono serie e, spesso, evidenziano chiaramente quali sono i rischi ai quali si espone l’investitore. Queste informazioni riprese dal sito migliorbrokerforex.net, testimoniano al meglio quanto poc’anzi descritto: in questo portale, a testimonianza della serietà dei tanti operatori presenti in questo settore, è stata creata una pagina dove gli utenti possono segnalare i broker truffaldini. Un modo per smentire, categoricamente, che il trading sia sinonimo di truffa e tutti gli operatori siano uguali.
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